Nel territorio del Chianti Classico la degustazione di vini, spesso direttamente in azienda, è un qualcosa che fa praticamente parte… del paesaggio.
Troverete tantissime indicazioni che vi portano a rivendite dirette, a “tastings” in fattoria.
Oppure verso cantine di grande pregio, con nomi che hanno fatto e fanno la storia del territorio: Antinori al Bargino (San Casciano); Castello di Verrazzano, Vignamaggio (Greve in Chianti); Isole e Olena, Monsanto (Barberino Val d’Elsa).
Quello che vi proponiamo noi è invece un piccolo tour che potrete fare in un giorno, nel territorio di Greve in Chianti, visitando tre cantine gestite da giovani proprietari. Che fanno della qualità e del rapporto diretto con i visitatori una caratteristica fondamentale.
Nella Conca d’Oro nasce un vino che… guarda la luna
A Panzano in Chianti, nella Conca d’Oro, la valle baciata da Dio che accoglie alcune delle migliori aziende del Chianti Classico, c’è il Vallone di Cecione di Francesco Anichini.
Francesco gestisce l’azienda di famiglia con la collaborazione dei genitori (Giuliano e Anna, una loro foto scattata nel 1975 e diventata etichetta del vino): ha sposato con grande convinzione la filiera del biologico e del biodinamico.
Di grande fascino semina dei vigneti. Francesco ce la racconta con passione trasporto: “Seminiamo a filari alterni un mix di erbe che rilasciano sostanze organiche (rucola, favetta, senape, rafano, piselli) e altre che invece hanno un effetto di riduzione energetica e rinfrescano il suolo (ad esempio l’orzo), ridando vita al sottosuolo”.
Il massimo è visitare il Vallone di Cecione in primavera, nel momento della fioritura della semina nei filari: profumi e colori eccezionali, che rendono ancor di più paradisiaco quest’angolo della Conca d’Oro.
Da Paolo Baldini: “Altiero”, il nome dell’azienda in onore del nonno
Paolo Baldini è un giovane produttore dall’entusiasmo travolgente. La sua azienda di trova sulla “terrazza” naturale che domina Montefioralle.
Si chiama “Altiero”, in ricordo del nonno, che qui era fattore: quando l’immensa azienda che dominava questa zona venne venduta, lui acquistò questo fazzoletto di terra che oggi Paolo coltiva con amore.
“Per me fare vino è tutto – dice Paolo quando lo incontri – è passione, è raggiungere lo scopo principale di tutto l’anno. E non è certo un percorso semplice: il Sangiovese è un’uva un po’ “ignorante”; ci manca l’appeal del Barolo, del Brunello”.
La vendita diretta è il cuore dell’azienda di Paolo. “Molte guide turistiche ci apprezzano – racconta – siamo diventati anche amici. Gli piace il fatto che siamo giovani, che siamo piccoli, che ci stiamo dietro noi. Io esco dal campo fangoso, vado e… spiego”. “Crediamo tanto nel Chianti Classico come tradizione – conclude Paolo – E la tradizione è quella di berlo in famiglia, fra amici. Quando le persone vengono qua vogliamo che si sentano a casa loro”.
Nel borgo di Montefioralle, la famiglia Sieni
Pochissimi ettari affacciati davanti al borgo di Montefioralle, gioiello sulle colline sopra a Greve in Chianti. Una sapienza che arriva dal passato e che guarda al futuro, con Fernando Sieni e suo figlio Lorenzo: è l’Azienda Agricola Montefioralle.
Qui si producono circa 10mila bottiglie all’anno. “Le vendiamo tutte a privati – ci spiegano – in tutto il mondo. Al di fuori di un ristorante a Montefioralle e un’enoteca a Greve, per il resto sono persone che ci vengono a trovare o ci conoscono e ci ordinano il vino. Cerchiamo di fare “km 0”… anche a 10mila chilometri di distanza”.
Il legame della famiglia Sieni con Montefioralle è saldissimo: “Sono almeno quattro generazioni, a memoria nostra, che i Sieni vivono qua – ci dice Fernando – Il mio bisnonno certamente abitava a Montefioralle. Io sono nato qui e il vino è sempre stata una presenza quotidiana. Mio nonno Fernando ne beveva due litri e mezzo al giorno, era il suo alimento. Lo chiamavano Bastiano. Per le 4.000 calorie al giorno gli ci voleva il vino, e nessuno… lo ha mai visto ubriaco”.
Sangiovese, Canaiolo e Colorino per il Chianti Classico. Un po’ di Merlot e di Cabernet per l’Igt. Affinamenti per tutti i vini in barrique esauste di quarto e quinto ciclo. Questa la “ricetta” del Chianti Classico… “Sieni style”.